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Economia Aziendale o Economia e Finanza? Una guida per scegliere il tuo percorso universitario

Hai appena finito la scuola superiore e ti trovi davanti a una delle prime scelte davvero importanti: quale corso universitario intraprendere. Se stai valutando tra Economia Aziendale ed Economia e Finanza, sappi che non sei solo. È una decisione che ho dovuto affrontare anche io qualche anno fa. Ho scelto di iniziare con una triennale in Economia Aziendale e ora sto completando la magistrale in Economia e Finanza. Quindi capisco bene i dubbi che potresti avere e posso provare a chiarirti le idee con la mia esperienza diretta.

Partiamo da una cosa semplice: non esiste una scelta “giusta” in assoluto, ma solo quella più adatta a te, ai tuoi interessi, ai tuoi obiettivi e anche al tuo modo di studiare. Economia Aziendale, per esempio, è molto orientata al mondo delle imprese. Si parla di contabilità, marketing, gestione delle risorse umane, strategia, controllo di gestione… è un corso che ti aiuta a capire come funziona un’azienda dall’interno. È concreto, molto applicativo, e ti prepara a ruoli come il controller, il consulente, l’esperto in amministrazione o il manager. Se ti piace l’idea di lavorare nell’operatività di un’impresa, di creare o gestire un business, o anche di diventare commercialista, questo è sicuramente un buon punto di partenza.

Economia e Finanza, invece, ha un’impostazione più analitica. C’è tanta teoria economica, statistica, matematica finanziaria. Si studiano i mercati, i modelli economici, la politica monetaria, gli investimenti, il funzionamento delle banche e delle istituzioni internazionali. È il percorso più adatto se ti affascinano i numeri, i grafici, i dati, se ti vedi a lavorare nel mondo della finanza, in banca, in consulenza, o magari in un organismo sovranazionale. È più tecnico, ma anche più proiettato su dinamiche macroeconomiche e globali.

Quando mi sono iscritto alla triennale, mi sentivo più attratto dall’impresa, volevo capire come si gestisce, come si crea valore. Poi, man mano che studiavo, mi sono accorto che mi appassionavano anche le dinamiche più ampie, i mercati finanziari, la politica economica… così ho deciso di proseguire con una magistrale in Economia e Finanza. Questo per dirti che le due strade non sono così distanti e, anzi, possono completarsi a vicenda. Molti atenei permettono di cambiare indirizzo tra triennale e magistrale, e anche nel mondo del lavoro le competenze si sovrappongono più di quanto sembri.

Quindi, come scegliere? Se ami l’idea di lavorare in azienda, magari anche di crearne una tua, se ti piace gestire, organizzare, vendere, fai prima un pensiero su Economia Aziendale. Se invece ti brillano gli occhi quando senti parlare di investimenti, crisi economiche, banche centrali e vuoi entrare nel mondo della finanza, allora Economia e Finanza potrebbe fare al caso tuo. In ogni caso, non è una scelta definitiva: oggi più che mai è possibile personalizzare il proprio percorso, cambiare direzione, integrare le competenze strada facendo. L’importante è partire da ciò che ti motiva davvero.

Spero che la mia esperienza possa esserti stata utile per fare un po’ più di chiarezza.


Un consiglio che mi sento di darti, e che avrei voluto ricevere io stesso a suo tempo, è di non scegliere un corso solo perché “offre più lavoro” o perché “lo fanno tutti”. È vero che il mercato del lavoro cambia in continuazione, ma la verità è che ciò che davvero fa la differenza è quanto sei motivato e quanto ti impegni nel tuo percorso. C’è chi trova lavoro subito con Economia Aziendale, chi entra in banca con Economia e Finanza, e chi cambia completamente strada. La cosa più importante è costruire un profilo coerente e credibile con ciò che ti appassiona. E in questo l’università è solo il primo passo: conta molto anche quello che fai fuori dal piano di studi, come stage, progetti, lingue, soft skills.

Un’altra cosa che può aiutarti a scegliere è parlare con studenti o laureati in questi percorsi. Quando ho iniziato, confrontarmi con chi ci era già passato mi ha chiarito più le idee di mille brochure universitarie. Ti consiglio di dare un’occhiata anche ai corsi offerti dalle università che ti interessano: ogni ateneo dà un taglio diverso, ci sono facoltà più orientate al mondo del lavoro, altre più accademiche, alcune con forti relazioni internazionali, altre più radicate nel territorio. Leggi i piani di studio, guarda i nomi degli esami, cerca di capire cosa potresti studiare davvero ogni semestre.

Infine, non avere paura di cambiare idea in corso d’opera. Succede più spesso di quanto immagini. C’è chi inizia con Economia Aziendale e poi scopre la passione per la finanza. C’è chi si iscrive a Economia e Finanza e poi si rende conto che preferisce lavorare direttamente in azienda. È normale, fa parte della crescita. L’università serve anche a questo: a conoscerti meglio, a capire davvero cosa vuoi.

Quindi, se ti senti indeciso o confuso, respira. Non devi sapere tutto adesso. Scegli il percorso che senti più vicino a te in questo momento, buttati, e poi costruisci il resto strada facendo.


Un altro elemento che secondo me può aiutarti a scegliere è il tipo di ambiente lavorativo e mentale che immagini per te in futuro. Il mondo della finanza è estremamente dinamico, in continua evoluzione, a volte anche frenetico. Le notizie, le crisi, le decisioni delle banche centrali, le oscillazioni dei mercati… tutto può cambiare da un giorno all’altro. Se ti piace l’idea di lavorare in un contesto dove ogni giorno è diverso dal precedente, dove serve essere aggiornati, veloci, analitici e spesso anche un po’ competitivi, allora Economia e Finanza è il terreno giusto.

Al contrario, Economia Aziendale ti introduce a una logica più stabile, strutturata e di lungo periodo. Le aziende hanno ritmi diversi: c’è la pianificazione, la gestione dei budget, la definizione delle strategie, i cicli produttivi, le scadenze fiscali. Il lavoro è spesso più regolare, scandito da obiettivi mensili, trimestrali o annuali. Non per questo meno interessante, anzi: se sei una persona che ama l’organizzazione, la coerenza, e ti trovi bene a gestire processi complessi e relazioni interne, qui potresti esprimerti al meglio.

Io, per esempio, ho trovato affascinante l’approccio aziendale durante la triennale perché mi ha dato strumenti molto concreti: sapevo leggere un bilancio, fare un business plan, capire i costi. Ma mi è mancata quella visione più ampia e "viva" che poi ho trovato nel mondo della finanza, dove ogni decisione di politica monetaria o ogni evento geopolitico può avere un impatto reale e immediato. In finanza, tutto è collegato: i mercati, le emozioni degli investitori, i dati macroeconomici. E questa interconnessione è ciò che la rende tanto sfidante quanto stimolante.

Un’ultima considerazione: il tipo di carriera che immagini. Se sogni di entrare in una multinazionale strutturata, magari con l’ambizione di fare carriera come manager, Economia Aziendale può darti una base solida per entrare in ruoli gestionali. Se invece aspiri a un lavoro più internazionale, con possibilità di spostarti, di lavorare in finanza, consulenza, o anche nel settore pubblico o negli organismi internazionali, Economia e Finanza ti apre più facilmente quelle porte, anche grazie all’approccio più quantitativo e teorico che offre.

In ogni caso, il mio consiglio finale è sempre lo stesso: ascolta te stesso più che le statistiche o i consigli esterni. Scegli in base a ciò che ti incuriosisce, a ciò che studi con piacere. Perché qualunque sia la tua scelta, sarà la passione a fare davvero la differenza nel tuo percorso.


A questo punto, forse ti starai chiedendo: e se sbaglio? E se scelgo un corso e poi mi accorgo che non fa per me? È una domanda che in molti si fanno, ed è più che legittima. La verità è che sbagliare in questi casi non è un fallimento, ma parte del percorso. L’università serve anche a questo: a capire chi sei, cosa ti piace, cosa non ti piace, cosa sei disposto a studiare davvero ogni giorno per anni. Ci si conosce studiando, non solo pensando.

Inoltre, il bello di questi percorsi è che le competenze si integrano facilmente. Se parti con Economia Aziendale ma poi ti appassioni alla finanza, puoi colmare i gap con corsi specifici, master, certificazioni. Lo stesso vale al contrario: chi studia Economia e Finanza può, in seguito, approfondire aspetti più operativi o gestionali. L’importante è costruire una base solida, e poi restare flessibili. Il mondo del lavoro premia chi sa adattarsi e continuare a imparare.

C’è anche un altro aspetto spesso sottovalutato: non c’è un solo modo per arrivare dove vuoi. Conosco persone che hanno fatto Economia Aziendale e oggi lavorano nel settore finanziario, e altre che hanno studiato Economia e Finanza e hanno aperto una loro impresa. Il titolo di studio è un punto di partenza, ma poi sono la tua curiosità, le esperienze che accumuli, le persone che incontri e le scelte che fai a determinare il tuo cammino. La vita professionale non è una linea retta, ma una mappa piena di deviazioni e scoperte.

Quindi, scegli con consapevolezza, ma senza ansia. Non serve avere tutto chiaro adesso. Anzi, molti dei migliori percorsi iniziano proprio da un punto interrogativo. E se vuoi un consiglio pratico per iniziare: parla con chi ha già fatto quel percorso, leggi testimonianze, guarda qualche lezione online, prova a immaginarti dentro quelle materie. Se riesci, partecipa agli open day, scrivi direttamente a studenti o tutor universitari. Più informazioni raccogli, più la scelta sarà tua, vera, e non condizionata solo dall’esterno.

Infine, se ti fa piacere, puoi continuare a seguirmi qui sul blog: condividerò altri articoli su vita universitaria, strategie di studio, esperienze all’estero, tesi, esami, e anche sul mondo del lavoro post-laurea. E se hai una domanda specifica o ti serve un confronto personale, scrivimi nei commenti o via email: ti rispondo volentieri.

Alla fine, la scelta giusta non è quella perfetta, ma quella che ti permette di crescere, imparare e restare curioso. E in questo, sia Economia Aziendale che Economia e Finanza hanno tanto da offrire. Sta a te scegliere quale storia vuoi iniziare a scrivere.


Il tuo rapporto con la matematica:


Un altro aspetto che spesso viene sottovalutato – ma che secondo me è cruciale – riguarda il rapporto con la matematica. Se stai pensando di iscriverti a Economia e Finanza, sappi che una buona base matematica non è solo utile, è praticamente indispensabile. Parliamo di algebra, funzioni, derivate, probabilità, statistica, e via dicendo. Non si tratta di matematica astratta come quella del liceo scientifico, ma di matematica applicata, che serve per costruire modelli economici, analizzare dati, interpretare fenomeni finanziari, stimare rischi, e fare previsioni.

In particolare, gli esami di econometria, matematica finanziaria e finanza quantitativa richiedono metodo, precisione e una certa familiarità con formule e ragionamenti numerici. Non è un corso che puoi affrontare contando solo sulla teoria o sul ripetere a memoria: serve comprensione logica e allenamento costante. Se la matematica ti spaventa, questo non vuol dire che tu debba scartare Economia e Finanza, ma che forse dovresti prepararti un po’ in anticipo, magari con un ripasso estivo o dei corsi propedeutici.

Economia Aziendale, da questo punto di vista, è un po’ più “morbida”: la matematica c’è, ovviamente, ma è meno centrale e più orientata alla pratica. Detto questo, anche lì i numeri vanno saputi leggere, soprattutto se punti a ruoli gestionali.

Quindi il mio consiglio è semplice: valuta con onestà il tuo rapporto con la matematica. Se ti piace ragionare, risolvere problemi, lavorare con modelli numerici, Economia e Finanza ti offrirà tantissimi stimoli. Se invece la matematica è il tuo tallone d’Achille, non è detto che tu debba rinunciare, ma sappi che sarà una parte importante del percorso – e conviene affrontarla con consapevolezza.


Chiariamo bene un aspetto fondamentale:


Un chiarimento che sento di dover fare, soprattutto per chi sta valutando Economia Aziendale con l’idea di “imparare a fare impresa”, è questo: non scegliere questo corso solo perché pensi che ti insegnerà a diventare imprenditore. Lo dico con la massima sincerità, perché è un errore che vedo fare spesso.

Economia Aziendale ti offre sicuramente strumenti utili per gestire un’impresa: imparerai come si fa un bilancio, come si calcola un margine operativo, come si organizza una struttura aziendale o si redige un business plan. Ma l’imprenditorialità vera, quella che ti porta ad aprire un’azienda tua, nasce da un mix molto più complesso di elementi: visione, rischio, creatività, leadership, capacità di muoversi tra ambiguità e cambiamento. E queste cose, l’università – qualunque essa sia – può aiutarti a svilupparle solo in parte.

Lo spirito imprenditoriale non si insegna nei libri, si costruisce vivendo esperienze, sbagliando, lavorando, confrontandosi con problemi veri. Puoi studiare Economia Aziendale ed essere un ottimo dipendente. Puoi studiare Ingegneria o Filosofia e diventare un imprenditore di successo. Non è il titolo che fa l’imprenditore, ma la persona, il contesto, il coraggio di provarci.

Quindi, se vuoi scegliere Economia Aziendale, fallo perché ti interessa capire come funziona un’organizzazione, come si controlla la gestione, come si leggono i numeri. Non farlo pensando che sia una “scorciatoia” per aprire un’attività tua: nessun corso lo è. Se il tuo sogno è diventare imprenditore, ti serviranno tante cose – e la laurea è solo una di queste. Le altre arriveranno con l’esperienza, la curiosità, il confronto con il mondo reale.

E, paradossalmente, se già hai in mente un progetto tuo, non aspettare la laurea per iniziare: lavoraci, testalo, sbaglia. L’università ti potrà dare alcune basi, ma la vera scuola per chi vuole fare impresa è il fare.

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